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Ambiente: dichiarazione annuale dei gas fluorurati

Impossibile presentare nei termini la dichiarazione annuale dei gas fluorurati.

Confartigianato chiede una proroga

Dopo il Sistri, il Ministero dell’Ambiente ha partorito un nuovo mostro. In questi giorni, centinaia di migliaia tra cittadini e imprenditori sono alle prese con un nuovo adempimento quasi impossibile da rispettare: la «dichiarazione annuale dei gas fluorurati»
Secondo round per la nuova normativa sui gas a effetto serra. Dopo i piccoli imprenditori dell’impiantistica e dell’autoriparazione, tocca ora a tutti i possessori di impianti di refrigerazione, condizionamento o pompe di calore fare i conti con un adempimento burocratico davvero difficile, se non addirittura impossibile, da rispettare. Entro il 31 maggio di ogni anno, a partire da questo, cittadini, pubbliche amministrazioni, enti ed imprese che possiedono o gestiscono un impianto contenente almeno tre chilogrammi di gas fluorurati dovranno comunicare all’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, le quantità di gas perdute, recuperate o smaltite, nell’anno precedente. Lo prevede il Decreto del Presidente della Repubblica 43/2012 che ha per obiettivo la mappatura degli impianti che contengono gas a effetto serra pericolosi per l’ambiente. La comunicazione riguarda centinaia di migliaia di soggetti in tutto il Paese e dovrà essere effettuata esclusivamente in formato digitale attraverso la piattaforma web dell’Ispra. Paradossalmente, anche chi non ha effettuato interventi di rabbocco o di smaltimento di gas, dovrà comunque compilare il documento, indicando alla voce ‘gas fluorurati emessi’ il valore zero. In caso di omessa comunicazione scattano pesanti sanzioni sino a 10.000 euro. La legge che ha introdotto l’obbligo è stata emanata all’inizio del 2012, ma con un inspiegabile ritardo, solo lo scorso 14 maggio il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato i moduli informatici indispensabili per la comunicazione. E al 21 maggio, dunque a ridosso del termine ultimo per invio del documento, non era ancora attiva la piattaforma digitale dell’ISPRA per l’invio. Se ai ritardi si aggiungono i problemi che la nuova normativa sta causando agli installatori di impianti, tra nuovi costi, adempimenti burocratici, e obblighi di formazione ecco che si profila un nuovo caso Sistri. Confartigianato e Rete imprese Italia sono intervenute presso il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando per sollecitare una congrua proroga dei termini ‘per impedire – si legge nella lettera – che gli effetti di tali disposizioni ricadano su cittadini e imprese”. Contro questo nuovo esempio di accanimento burocratico è scesa in campo tra gli altri Confartigianato Vicenza, con l’iniziativa: “Follia per gli Fgas! Ancora burocrazia e scadenze dal Ministero dell’Ambiente”. Confartigianato Vicenza ha chiesto al Ministero dell’Ambiente un cambio di rotta. “Più rispetto per gli imprenditori – scrive in una nota l’associazione - che devono essere messi nelle condizioni di osservare una normativa che, teoricamente, dovrebbe essere sensata e non inutilmente vessatoria”.
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